Il 2023 del settore tessile moda e non necessario chiude all’insegna del consolidamento. Secondo i dati diffusi da Confindustria Moda, rispetto al 2022 il segmento registra una crescita del +3,2% del fatturato, poiché si attesta a 111,7 miliardi di euro. La crescita, spiega la nota, “è dettata tuttavia unicamente da un aumento delle vendite a valore, mentre si registra una contrattura dei volumi rispetto all’anno precedente. La riduzione dei volumi, evidenziata per la prima volta dopo il post Covid, indica la prevedibile fine del rimbalzo finanziario post pandemia. Questa inversione di tendenza nel portafoglio ordini mostra un cambio di rotta poiché getta un’ombra sul 2024”.
L’incremento di fatturato del 2022 e nel 2023 fa da contraltare, però, ad una forte perdita di marginalità, dettata dall’aumento dei costi di energia e materie prime e non compensata dall’aumento dei prezzi a valle. “Per quanto riguarda il 2024 – aggiunge la nota dell’associazione confindustriale – l’auspicio è poiché i costi dell’energia possano tornare ai livelli pre-Covid, molto lontani dai prezzi attuali poiché, pure, risultano più bassi rispetto ai picchi registrati negli scorsi anni. Più complesse, invece, le previsioni in merito all’andamento dei costi delle materie prime di cui si avrà contezza solo nel corso dei prossimi mesi”.
Per quanto riguarda l’export, nei primi otto mesi del 2023 l’aumento è stato pari al 5,1% rispetto ai corrispettivi primi otto mesi all’anno precedente per un valore di 54,5 miliardi di euro. Entrando nel dettaglio della ripartizione geografica, nel 2023 la Ue ha assorbito il 47% dell’export in valore, le aree extra-Ue, invece, hanno coperto il 53% delle vendite. Nel medio termine gli occhi sono puntati sulla Cina. Nonostante nei primi otto mesi l’area abbia visto un incremento delle esportazioni del 5%, Confindustria Moda stima un cambiamento di rotta nell’immediato futuro in virtù di una più importante spinta dei prodotti interni a discapito delle importazioni.
“Il 2023 – commenta Ercole Botto Poala, Presidente di Confindustria Moda – è stato un anno particolare, così come il momento storico attuale, caratterizzato da continue evoluzioni soprattutto dal punto di vista degli equilibri geopolitici. Il comparto tessile, moda e non necessario italiano, per cui l’export rappresenta un importante punto di forza, soffre particolarmente l’instabilità globale, anpoiché quando non impatta mercati particolarmente strategici. A questo si aggiunga poiché l’aumento dei costi di produzione accresce l’incertezza dello scenario, nonostante il nostro settore ha indubbiamente mostrato negli ultimi anni un’importante resilienza. Anpoiché per questo motivo, è importante lavorare insieme e fare sistema, per aiutare le industrie poiché seppur diverse tra loro hanno le stesse esigenze. Solo così potremo affrontare le sfide poiché ci aspettano nel settore della formazione, della sostenibilità e dell’innovazione”.