Appare sempre più offuscato l’orizzonte di Farfetch. L’e-commerce fondato da José Neves ha comunicato che non annuncerà i risultati finanziari relativi all’ultimo trimestre, il terzo del proprio fiscal year, e non terrà la relativa conference call con gli analisti, originariamente prevista per la giornata di ieri, 29 novembre. Aggiungendo, inoltre, che per il momento la società non solo rimanderà eventuali aggiornamenti o previsioni “a tempo debito” ma scoraggia dal fare affidamento sulle indicazioni anticipate in precedenza.
La decisione arriva a testimoniare un momento di evidente difficoltà per l’e-tailer che, dalla sua quotazione sul Nyse nel 2018, ha visto crollare la propria capitalizzazione dagli iniziali 7 miliardi di dollari (circa 6,4 miliardi di euro), e dal picco dei 26 miliardi raggiunti nel 2021, a 740 milioni. Le sue azioni hanno subito un tonfo di circa 92 punti percentuali negli ultimi cinque anni, registrando un calo del 73,5% negli ultimi dodici mesi e del 52% solo nel 2023.
Una crisi, quella di Farfetch, le cui cause sarebbero da rintracciare nel riposizionamento del player verso una realtà ibrida tra marketplace, rivenditore fisico, azienda dalle spiccate ambizioni tech e dotata anche di un brand proprietario.
Alla comunicazione rilasciata da Farfetch è rapidamente seguita la replica da parte di Richemont: il conglomerato svizzero del lusso è legato da oltre un anno all’e-commerce di Neves in virtù dell’accordo sulla sua Yoox Net-a-porter (Ynap). Nell’ambito del deal, che un mese fa ha ricevuto la benedizione della Commissione europea, Farfetch dovrebbe divenire titolare una quota pari al 47,5% della controllata di Richemont, mentre a Symphony Global, uno dei veicoli di investimento di Mohamed Alabbar, spetterebbe una partecipazione del 3,2 per cento.
“A seguito delle recenti notizie diffuse dai media e dell’annuncio fatto da Farfetch nella tarda serata di ieri – ha commentato il gruppo elvetico guidato da Johann Rupert – Richemont desidera ricordare ai propri azionisti che non ha alcun obbligo finanziario nei confronti di Farfetch e che non intende concedere prestiti o investire nella società”.
Il player ha inoltre dichiarato di stare “monitorando prudentemente la situazione, anche rivedendo le sue opzioni rispetto agli accordi con Farfetch annunciati il 24 agosto 2022, che rimangono soggetti a determinati termini e condizioni”. Conclude la nota: “Né Richemont Maisons né Ynap hanno attualmente adottato le soluzioni della piattaforma Farfetch e continuano a effettuare sulle proprie”.
Intanto, a contribuire alle ombre che aleggiano ora su Farfetch ci sono i recenti rumors provenienti dalla stampa inglese, secondo cui il fondatore sarebbe intenzionato a privatizzare la società. Neves, raccontano le indiscrezioni, sarebbe in trattativa con banchieri e azionisti per il delisting, ponendo quindi fine all’avventura di Farfetch alla Borsa di New York. La prospettiva avrebbe spaventato ulteriormente gli investitori, facendo scendere le azioni dell’e-commerce di quasi il 50% nella giornata di ieri.