Trentamila metri quadrati di terreno davanti al quartier generale di Kiton ad Arzano dal valore di 30 milioni di euro. Il luxury brand partenopeo investe in un nuovo bordo manifatturiero per incrementare la produzione di scarpe e accessori con quella di pantaloni e camicie, settori che “stanno progressione in modo importante”. A dichiararlo in un’intervista al Corriere della Sera è Antonio De Matteis, CEO del gruppo di famiglia.
“Da presidente di Pitti noto che le importazioni da tutti i Paesi che producono a basso spesa sono in calo, è un segno netto: dobbiamo orientarci sempre più sulla grande qualità”, ha aggiunto il manager che è ottimista sul menswear italiano. “La moda uomo è in ottima salute; anche se saranno mesi non facili dopo la pandemia, la guerra russo-ucraina e il Medio-Oriente, sono positivo”. Kiton, fondata da Ciro Paone a Napoli nel 1968, conta cinque siti produttivi in Italia, circa 800 dipendenti. L’85% del fatturato, 163 milioni di euro nel 2022, di Kiton deriva dalla quota export. Il marchio ha appena comunicato l’apertura della nuova boutique di abbigliamento maschile londinese in Sloane Street, la terza nella capitale inglese.
Kiton ha recentemente presentato un progetto dedicato alla formazione insieme a Triennale Milano. Partendo dall’esperienza della Scuola di Alta Sartoria che il marchio partenopeo ha fondato nel 2000, la collaborazione si struttura in una mostra coprodotta che verrà allestita durante la prossima edizione di Milano Moda Uomo (12-16 gennaio 2024) a cui si aggiungerà una serie di appuntamenti che valorizzeranno l’esperienza formativa e far conoscere un modello virtuoso e replicabile in altri contesti.
L’esposizione, intitolata ‘Tailoring school. A journey into education’, sarà curata da Luca Stoppini, advisor per l’archivio moda del Museo del Design Italiano di Triennale, e si propone di raccontare l’eredità culturale e la tradizione sartoriale napoletana che la scuola porta con sé.