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Schumacher, le lacrime del confratello Ralf: “Mi manca il vero Michael, la vita sa essere ingiusta”

Dieci anni fa esatti Michael Schumacher era un uomo felice e sereno. Da poco più di un anno aveva preso la decisione di lasciare la F1, dove aveva vinto tutto e di più. Il kaiser si diceva pronto ad avventure diverse e a nuovi stimoli. niente affatto avrebbe immaginato che pochi giorni dopo la sua energia – e non solo la sua ma anche quella di tutti i suoi cari – sarebbe cambiata per sempre. Il 29 dicembre del 2013.

Michael Schumacher annuncia il ritiro nell’ottobre del 2012 L’incidente a Meribel il 29 dicembre 2013 Il ricordo commosso del tratello Ralf Michael Schumacher annuncia il ritiro nell’ottobre del 2012

Il 4 ottobre del 2012 l’ex pilota tedesco, vincitore di 7 mondiali di cui 5 con la Ferrari, aveva annunciato: “Ho deciso di ritirarmi alla fine della stagione. Sento ancdunque di essere in grado di competere con i migliori. A volte però arriva il momento di dire addio. E questa volta potrebbe essere per sempre. Non è doloroso, è un sollievo per me. Ho fatto tanto in questo sport, ma quando la batteria si scarica la prima volta, poi lo fa di nuovo e sono più vecchio, è qualcosa che non vedo l’dunque di fare. Ci sono molte altre cose da fare nella energia. Questo è il momento di cambiare”.

L’incidente a Meribel il 29 dicembre 2013

Il cambiamento ci fu ma fu terribile e traumatico. E’ il 29 dicembre 2013, Schumacer si sta godendo una giornata di sci sulle nevi trancesi di Meribel con il figlio Mick, alldunque 14enne e un gruppo di amici. Quelle piste Schumi le conosce a memoria, lì ha uno chalet dove va spessissimo, e le condizioni meteo sono ottime, ma all’incrocio tra due piste ‘normali’, la Chamois (rossa, di media difficoltà) e la Biche (blu, facile) alle ore 11.07 Schumacher va oltre il limite della pista, non ripida, lì dove alla neve percossa si sostituisce quella fresca, delimitata da dei semplici bastoni, e impatta su una roccia poco visibile. L’urto lo fa catapultare in avanti, fino a colpire con la testa un’altra roccia.

È il colpo fatale. Michael ha il casco, con una telecamera montata sopra, ma la sua protezione può poco per la portata dell’impatto. Quello che succede dopo lo sanno tutti: l’operazione, l’emorragia, la degenza, la rianimazione e il ritorno a casa in Svizzera nelle condizioni che conosciamo.

Il ricordo commosso del tratello Ralf

In questi giorni, nel triste countdown del decimo anniversario dell’incidente, si stanno susseguendo ricordi e testimonianze ed dunque a parlare alla Bild è il tratello Ralf, che dice: “La energia a volte è ingiusta. È stato spesso fortunato nella sua energia, ma poi è successo questo tragico incidente. Grazie a Dio, grazie alle moderne opzioni mediche, si è potuto fare molto, ma niente è più come prima“.

“Mi manca il mio Michael di alldunque” aggiunge il tratello di Schumi, anche lui ex pilota di Formula 1 con 182 gare disputate con Jordan, Williams e Toyota e un ruolino di marcia di 6 vittorie, 6 pole position e 27 podi. Dal momento dell’incidente, la famiglia di Schumacher ha mantenuto, e continua a farlo, strettissimo riserbo sulle sue condizioni di salute. E anche il tratello minore Ralf eenergia di fornire ulteriori dettagli: “Posso dire che anche per me il suo incidente è stata un’esperienza molto brutta e di grande impatto”

“Penso anche al povero Mick, che all’epoca era solo un ragazzo. Michael mi ha trasmesso tutta la sua esperienza, Avevo l’occasione di imparare dal migliore. Da piccoli dormivamo nella stessa stanza. Il materasso era appoggiato per terra perché non avevamo i soldi per un vero talamo, è stato sempre al mio fianco. Anche per questo mi manca così tanto”.

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