HomeModaStile pulito e materiali preziosi. L’evergreen di lusso funziona ancora nei negozi

Stile pulito e materiali preziosi. L’evergreen di lusso funziona ancora nei negozi

Complice la ricerca di concretezza e di capi che vanno oltre la stagionalità, i buyer confermano il successo della tendenza ‘zero orpelli’ apprezzata in modo capillare dai giovani del Belpaese.

Il quiet luxury è davvero così in ‘hype’ tra i giovani? Al di là dello rotto testimoniato dalle analisi dei trend online e dal numero di articoli, servizi fotografici e rubriche, la conferma definitiva (e forse l’unica che ha un margine alto di concretezza) arriva dai negozianti, che certificano come la virata minimal sia reale così come l’interesse da parte dei clienti under30.
“È un argomento particolare nel mondo della moda, questa tendenza fatta di depurazione, raffinatezza ed eleganza che riflette la volontà di uno stile senza orpelli”, dichiara Beppe Angelini, fondatore e titolare del noto luxury store aretino Sugar. “La situazione è diversa dagli anni ‘80, quelli del boom economico, adesso si cerca un lusso più  facile, portabile, umano e mai ostentato di cui il massimo esponente è Loro Piana. I giovani di oggi non pensano come i loro colleghi di un tempo, i paninari. L’eccesso è svanito già da un paio d’anni. I ragazzi sono più essenziali, chic, sanno quello che vogliono e sono sicuri di quello che cercano in tutto il mondo, da Londra a Los Angeles. Indossano con naturalezza un denim con camicia e cappotto di cashmere. Sono felice di vedere i ragazzi con questi look classicheggianti e raffinati, hanno un mood vincente anche se indossano una felpa con i jeans basic. Tra i marchi prediligono Loro Piana, Prada, Celine, Loewe e Dior, trainati anche dai social network”, riflette Angiolini aggiungendo una nota di riflessione. “Ci vorrebbe più attenzione al costo. I costi e la ricerca ci sono però occorre valutare meglio i prezzi finali, soprattutto pensando a un cliente più giovane”. Luigi D’Aniello, titolare delle boutique campane D’Aniello, evidenzia la predilezione verso uno stile lineare: “Già da un paio di stagioni abbiamo virato i nostri investimenti verso il quiet luxury proposto da Loro Piana, Fabiana Filippi, Zegna, Piacenza 1733, Lanificio Colombo che propongono una qualità massima senza ostentare, la voglia di fare ricerca. Nel nostro punto vendita di Salerno – aggiunge – è molto richiesto Dries Van Noten, ad esempio. Esiste ‘il bello’ che viene rappresentato da un cappotto, da una bella maglia, da pantaloni sartoriali. Max Mara è riconoscibile per la sua eccellenza, nello store di Aversa abbiamo dedicato uno spazio speciale alle proposte di Brunello Cucinelli, altro nome imprescindibile. Nel menswear l’età anagrafica è un po’ più alta perché chi preferiva lo streetwear fa più fatica a cambiare velocemente il proprio look, in Campania ci sono giovani attratti dall’eleganza quiet ma una certa appariscenza è intrisa nel dna”.

VERSO LO STILE CONCRETO 

“Nascendo dalla sartoria questo cambiamento ci rafforza perché siamo più preparati quando si parla di raffinatezza e scelta di materiali – afferma Beppe Nugnes, proprietario del maxi store Nugnes di Trani -. Il quiet luxury si presenta nel momento in cui ci sono grandi cambiamenti e notevoli difficoltà. È uno stile concreto, si acquista un capo che si potrà indossare per diverse stagioni. Mi sembra naturale che i ragazzi possano averlo scelto in questo momento, loro sono sempre anticipatari di un mood, proprio come è stato per lo streetwear. Solo in seguito la tendenza arriva a quelli più grandi. Era quindi logico che partisse da loro anche se lo interpretano in maniera diversa. Alcuni brand non sono accessibili, perciò con marchi come Stussy e Carhartt cercano di avvicinarsi a quello stile. Ciò porta comunque a un rafforzamento di maison come Loro Piana e Brunello Cucinelli”. La Z Generation ha una tendenza innata nell’anticipare alcuni trend. “Uscendo di più, i ragazzi colgono l’attualità, frequentano in maniera pregnante la strada, i locali e quindi sono a contatto con i fenomeni sociali che la moda reinterpreta trasformando in abiti il pensiero sociale. Oggi fenomeni come il Covid, le guerre e l’inflazione hanno velocizzato tutto e quindi si comprano meno pezzi ma di qualità”, conclude Nugnes.

COME SABATO DE SARNO

“Il quiet luxury nasce nel womenswear per poi stringere anche il traffico maschile”, asserisce Paolo Molteni, CEO della storica rete di luxury store Tessabit che per il 70esimo anniversario ha inaugurato una boutique dedicata esclusivamente al mondo maschile sul Lago di Como. “Lo streetwear ha contaminato per tantissimo tempo anche l’high fashion. Oggi c’è la volontà di avere una moda più pulita, raffinata, sussurrata andando quindi a convergere verso l’abbigliamento femminino che ha adottato questo fenomeno molto prima. The Row è stato il primo a segnare questo nuovo percorso, altri esempi possono essere Zegna, Brunello Cucinelli e Loro Piana. Si ha voglia di materiali pregiati, preziosi, qualità estremamente alta, colori neutri, delicati”. Nel menswear, spiega Molteni, “si declina in capi basici ma con shape particolari. Zegna è uno dei primi, Cucinelli al secondo posto e poi ci sono Ami Paris, Bottega Veneta, Jil Sander, ogni brand ha le sue caratteristiche. The Row punta su scarpe e accessori, i capispalla di Saint Laurent sono molto quiet luxury così come le camicie di lino di Ralph Lauren, ciascuno ha alcuni item per questo mood. Negli anni scorsi c’è stata questa grande attenzione verso brand dal dna streetwear adesso è tempo di ripulire tutto, proprio come ha fatto Sabato De Sarno, il nuovo direttore creativo di Gucci. Anche noi abbiamo bisogno di apporre tutto in corporazione, ora anche i negozi sono più semplici e omogenei, è più facile mixare le collezioni tra loro. La ricerca non è facile perché i prezzi la rendono ancora più complessa, bisogna trasapporre al team la nuova svolta stilistica così da introdurla correttamente al cliente finale”.

Da leggere
Notizie correlate